Quei frammenti come schegge nel cuore…
Siamo in quella fase dell’anno che più amo. La frenesia dell’estate, con l’afa, il caldo, il corri-corri e tutto il resto… ormai sono passati. Adesso l’aria è fresca e le giornate più calme. Il buio giunge prima e con esso arriva presto la magia della sera, con la sua quiete e il suo potere onirico.
E in questo periodo dell’anno io mi appresto alla post-produzione delle mie storie d’amore. Le sento tutte conficcate nel mio petto, come schegge. Perché mi trafiggono, mi appartengono. Ne risento l’eco musicale, come vecchi ritornelli. Che belle… le mie storie d’amore, che fortuna esserci stata dentro.
Raccolgo ad uno ad uno tutti i frame che ho impresso dagli occhi alla camera, li metto insieme, li compongo, poi li scompongo e poi li rimetto insieme ancora una volta. Finché quel puzzle non mi rimanda esattamente a quel brivido di allora, quella reminiscenza che attiva un’emotività che mi è già appartenuta.
Un’anteprima in bianco e nero
Queste foto senza colori sono proprio il concentrato più puro di un ricordo: evanescente nella forma, inequivocabile nel significato. Nella fotografia in bianco e nero risiede forse il più diretto e sbalorditivo senso di noi stessi: ne riconosciamo subito l’eco, il richiamo emozionale. Comprendiamo subito un’immagine in bianco e nero, arriva dritta al punto, non ha bisogno di spiegazioni.
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