Ordinary is extraordinary
Il tema sembra essere ricorrente. Probabilmente lo è. Credo sia una mia tenera ed insistente ossessione. Sono innamorata della vita. La trovo meravigliosa, irripetibile, breve, un dono. Ogni attimo vissuto lo è. Sono una donna passionale, sensibile, ingenua a volte. Forse è in questo che risiede il mio stupore di fronte la fotografia, invenzione miracolosa che ci consente di perpetuare quegli attimi andati, di conservarne persino gli odori, di rivivere le emozioni connesse a quei ricordi, di sentirsi scuotere e percuotere ancora una volta da qualcosa che credevamo aver superato, sepolto o dimenticato. Si, sarà per questo che, tra le altre cose, amo cosi’ tanto la fotografia. Perché ossessivamente e con gelosia voglio tenermi dentro la vita, tutta quanta. E la vita è straordinaria in quanto tale, nella sua banalità, nelle sue forme nude e crude.
Oggi mi sono imbattuta in UTA BARTH, fotografa contemporanea tedesca, la quale compone immagini di vita quotidiana lasciando spesso lo sfondo indistinto (fuori fuoco) quasi come un insieme di pennellate astratte, riuscendo comunque a conferire all’ambiente un’atmosfera di familiarità; “La fotografia della Barth, pur non indirizzandosi al soggetto ma alla visione d’insieme, può avere l’effetto di trasformare l’ordinario in straordinario” ~ Michael Langford.
Ebbene, è stato quasi come rivedermici dentro, rileggere le mie parole, quelle che vagavano nella mia testa ma che non avevo ancora pronunciato. D’un tratto si è fatta nitida la volontà di iniziare il progetto fotografico “Ordinary is extraordinary” (se mi seguite da un po’ sapete di certo che il tema mi è caro e non sono nuova a questo gioco di parole): immagini chiare e nitide mescolate a colori e macchie di luce, che lasciano a noi il piacere dell’interpretazione, perché nelle cose ordinarie c’è nascosto lo straordinario ed esso prende vita e forma grazie ai nostri sogni, alle nostre credenze, alla nostra intima capacità di emozionarci di fronte la vita che ci si sviluppa intorno.