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Il coraggio di iniziare a diventare ciò che si vuole essere…

Dopo dieci lunghi anni di carriera come grafico e designer di scrapbooking digitale mi sono dedicata alla  pubblicità e all’editoria. Denominatore comune è sempre la FOTOGRAFIA: mossa da una grande passione per la comunicazione, ho esplorato diversi mondi dell’immagine per poi realizzare il grande sogno di un nuovo brand fotografico locale nel 2017: Juna Photography.

Sono un Fotografo Poliedrico

Essere poliedrica per me è vitale, come respirare. Poter attingere da un genere e contaminarne un altro, mi ha fatto costruire il mio mondo, quello di racconta-storie.

Ecco qual è il mio filo conduttore: la narrazione, l’intima narrativa che giace li’, sul pavimento del cuore, e sorvola i cieli dei nostri pensieri.

Tecniche fotografiche e pensieri creativi

Ho studiato per tutti i generi che propongo, dalla food all’architettura. In ognuno di essi pongo il mio sigillo, che è quello di “veder oltre le cose”, cercare il nesso con le persone e le loro intime storie. Cosa li ha portati li’.

MI CHIAMO VALENTINA PELLITTERI E SONO UN’APPASSIONATA FOTOGRAFA

La Mia Storia e Come Influenza il Mio Lavoro di Fotografa

La creatività e la comunicazione sono sempre state una parte fondamentale di me. Fin da giovane ho sentito una forte connessione con le emozioni delle persone e ho scoperto un talento naturale nel creare legami profondi con gli altri. Queste qualità mi hanno guidata lungo un percorso professionale dove l’immagine e la narrazione visiva sono diventate centrali. Ma la mia storia personale è molto più di questo: è fatta di esperienze intense che hanno plasmato non solo la mia visione del mondo, ma anche il modo in cui approccio la fotografia.

Mi sono sposata a soli 22 anni con un uomo più maturo di me di 15 anni, un incontro che ha cambiato profondamente la mia vita. È stato lui a introdurmi al mondo della fotografia, una passione che è diventata presto il mio lavoro a tempo pieno. Mi ha insegnato le basi tecniche, come l’uso del computer e la creazione di siti web, ma soprattutto mi ha aperto le porte a una forma d’arte che mi ha permesso di esplorare me stessa e il mondo con occhi nuovi.

Negli anni ho lavorato duramente per affinare le mie competenze, ma la vita mi ha presentato una sfida inattesa e devastante. A 37 anni ho iniziato a notare un peggioramento della mia salute fisica: un problema motorio ha colpito il lato sinistro del mio corpo. Per tre lunghi anni, ho visto il mio corpo cambiare senza una diagnosi chiara, e la mancanza di risposte mi ha portato a considerare che potesse trattarsi di un disturbo psicosomatico. È stata una fase della mia vita segnata dalla sofferenza e dall’incertezza, ma anche da una profonda introspezione.

Il punto di svolta è arrivato nel 2024, quando finalmente mi è stata diagnosticata una sindrome parkinsoniana giovanile presso il Neurolesi di Messina. Questa diagnosi, pur difficile da accettare, è stata una liberazione. Dare un nome al mio male significava poterlo combattere, e non ho esitato a farlo con tutte le mie forze. Questa esperienza mi ha trasformata profondamente, portandomi a riconsiderare tutto ciò che sapevo di me stessa e della vita, e infondendomi un rinnovato senso di gratitudine e consapevolezza.

La malattia non mi ha mai fermata. Anche nei momenti più difficili, ho continuato a lavorare con la stessa passione di sempre, sostenuta da colleghi e clienti che non hanno mai smesso di credere in me. Questa esperienza ha rafforzato la mia empatia e la mia capacità di entrare in sintonia con gli altri, qualità che oggi definiscono il mio lavoro di fotografa.

La malattia mi ha insegnato l’importanza di vivere il presente e di concentrarmi sull’essenziale. Questo si riflette nel mio stile fotografico, che cerca di catturare l’autenticità e la bellezza delle piccole cose, delle emozioni genuine e dei momenti che contano davvero. Ogni scatto è per me un omaggio alla resilienza umana, un tentativo di fermare il tempo e preservare la memoria di ciò che è veramente significativo.

Nel mio lavoro, non cerco solo di creare belle immagini, ma di offrire ai miei clienti un’esperienza che li aiuti a riconnettersi con se stessi e con le persone che amano. La mia sensibilità verso le storie personali e il desiderio di immortalare momenti di vita con semplicità ed eleganza sono il risultato diretto delle mie esperienze. La mia storia, fatta di sfide superate e di una ritrovata forza interiore, è l’anima della mia fotografia.

Attraverso la lente della mia macchina fotografica, non catturo solo volti e paesaggi, ma racconto storie di coraggio, amore e speranza, le stesse che hanno segnato il mio percorso di vita e che continuano a ispirare il mio lavoro ogni giorno.

IO E LA FOTOGRAFIA, UN AMORE LONTANISSIMO

Fotografo a Messina per le famiglie

Da che ho memoria ho sempre amato la fotografia. Il primo ricordo che ho è quello di una piccolissima me seduta nel soggiorno di casa, con le foto di mamma e papà di quando erano adolescenti. Lei solo 14 anni, lui appena 17. Foto “rossicce”, sbiadite, lontane. Era una magia potermi di botto catapultare nei giorni in cui i miei genitori erano solo dei ragazzini, bellissimi e appena innamorati. Nonostante fossi nata in un mondo in cui la “fotografia” era già di uso comune fra la gente normale come noi, avvertivo comunque il senso di “miracolo” e di “unica opportunità” che stringevo tra le mani:

un pezzetto di carta staccato dal tempo, in grado di persistere e rievocare ricordi altrimenti perduti.

2017
Dal
550+
Storie
100000+
ricordi catturati
L’eterno odore della libertà
In giro a respirare vita

La prima macchina fotografica

Per i miei 18 anni le mie compagne di scuola mi regalarono una macchinetta ibrida, semi-digitale. Andava ancora con il rullino, i famosi “Advanced Photo System” (e costavano parecchio), ma aveva già un display di anteprima dello scatto. 

Poi, durante l’ultimo anno di liceo, ebbi in mano una prima versione giocattolo di una macchinetta compatta digitale. Era proprio una “basic version” ma significò per me un primo step in avanti verso il futuro.

Ma fu solo dopo il matrimonio, all’età di 24 anni, quando mio marito mi regalò la mia prima reflex digitale entry level che subentrò un interesse più profondo e la voglia di capire come fare a padroneggiare lo strumento.

Il cammino è stato lento; Ho imparato quasi tutto da sola, seguendo un percorso da autodidatta, fatta eccezione di un Master di fotografia eseguito qui a Messina che, se è vero che da solo non ha colmato tutti i vuoti, è senz’altro servito come trampolino di lancio per spunti di riflessione, ricerca, successivi studi e indagini.

Un amore senza fine…

Più vado a fondo più mi innamoro. La fotografia mi concede di colorare la realtà che c’è attorno a me. Di selezionare quello che mi piace, togliere il brutto e lasciare il bello. Accentuarne contrasti, colori, sensi e tutto in funzione di uno stato d’animo. Amo strizzare l’occhio e ridisegnare ciò che ho davanti: scorgo un raggio luminoso che si insinua dalla finestra e rompe il buio della stanza ed è lì che diventa tutto bellissimo. Adesso quel disordine tutto intorno, scena di ordinaria follia, diventa un dipinto di vita quotidiana con forti contrasti luci-ombre in grado di insinuarsi nel mio petto e scuotermi.

Un giorno come tanti che diventa emblema di quell’emozione normale e si erge ad “unicità” pur essendo “quotidianità”.

Ecco cos’è per me la fotografia: ritagliare la realtà e ricucirla in modo che ci assomigli un po’ di più e per questo diventi speciale, perché ci rappresenta.

Cosa dicono di me...

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